La terza regola fondamentale che ogni speaker radiofonico professionista dovrebbe seguire è: Non essere prolisso. Parlare tanto non è sinonimo di bravura, anzi, è un rischio.
E' bene partire dalla durata della soglia di attenzione media di un ascoltatore. Di solito non supera i 60 secondi. Pertanto il consiglio che diamo è quello di strutturare il proprio intervento affinché duri dai 60 secondi ai 2 minuti al massimo.
Citando le parole di Alberto Di Stefano (Station Manager di Dimensione Suono Roma) la durata di un intervento è inversamente proporzionale alla sua efficacia: più si parla, più aumenta il rischio di disperdersi in chiacchiere di scarsa rilevanza. (Leggi l'intervista ad Alberto Di Stefano fatta da Radiospeaker.it)
Effettivamente ascoltare un monolgo di 5-6 minuti potrebbe diventare noioso, a meno che lo speaker non sia dotato di incredibili doti da intrattenitore e non sappia stupire l'ascoltatore più di una volta nel corso del proprio discorso. Abilità piuttosto rare al giorno d'oggi, dovute anche al fatto che la gente non si stupisce più di niente.
Discorso diverso per le conduzioni a due voci, dove si può "sforare" la durata media di un talk e arrivare ai 3 - 4 minuti al massimo.
Secondo te quanti secondi/minuti può parlare uno speaker radiofonico?
In una trasmissione di intrattenimento, il ritmo è fondamentale e il ritmo lo dai tu, con la tua voce e il suo timbro, con le parole che usi ( che non devono essere vuote di significato) ricordandosi sempre che " il cazzeggio non paga!" Se poi fai una intervista la domanda deve esere precisa e breve ( non fare come Emilio Fede!) e dare il tempo all'interlocutore di rispondere (Max 5') se poi dovesse andare oltre, occorre essere così bravo ma così bravo da non sembrare maleducato e....interromperlo!!!Ciao a tutti...
RispondiEliminaBarbara MARCHAND La voce di sempre.
Parole Sante! ;)
RispondiEliminaEssere prolissi in radio è come essere laconici a un comizio politico.
RispondiEliminaLo speaker radiofonico non deve essere necessariamente un ciarlone di prim'ordine.
Ma deve saper dosare gli interventi e incastrarli perfettamente nel proprio clock.
Essere prolissi (talvolta anche nei rapporti interpersonali...figuriamoci alla radio). annoia, fa abbassare la soglia dell'attenzione e porta l'ascoltatore a cambiare stazione.
Ciò che mi sorprende è che in alcune emittenti nazionali, a volte, mi è capitato di sentire interventi della durata anche di 5 minuti (e ho cambiato stazione).
Buonagiornata amici di radiospeaker