Cari amici, in questo nuovo articolo (che volta dopo volta diventerà un indice ipertestuale degli argomenti) cercheremo di entrare un po' più nei dettagli dei componenti di una catena audio, e del loro ordine. Negli articoli successivi invece analizzeremo singolarmente ognuno di questi componenti nei minimi particolari.
Cominciamo col dire che, in base al tipo di lavoro che volete fare, e al budget a vostra disposizione, potrebbe essere più o meno utile un mixer. La scelta è davvero elevatissima, in base alla qualità, al numero di canali che volete avere a disposizione, agli eventuali effetti disponibili e alla complessità del routing, cioé delle possibilità di instradare questo segnale su una o più vie (bus). Facciamo brevemente il caso di mixer complessi che permettono il preascolto in cuffia di una sorgente audio mentre va in onda un altro segnale e magari ne viene registrato un altro, comodo per realizzare "sovraincisioni" (overdub). Inoltre il mixer permette di articolare in modo molto più complesso ed elaborato la catena audio, in quanto è possibile assegnare alcuni effetti solo ad un canale (insert), ed altri effetti in modo "globale" ad un insieme di canali o anche a tutto il mix in uscita (aux send, fx send ecc...).
Vedremo questo tipo di setup in seguito, per il momento ci limiteremo ad analizzare una ipotetica catena audio lineare, nella quale ogni dispositivo è connesso in cascata a quello successivo.
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Essendo questo un sito di speakers radiofonici, il primo elemento da trattare non potrebbe che essere il microfono. Non è ovviamente sempre così, visto che potrebbe capitare di dover collegare ad una catena una apparecchiatura che ha già una uscita audio a livello di linea, come un computer, un campionatore, un lettore di CD o una interfaccia telefonica per mandare in onda le telefonate. I microfoni possono essere dinamici o a condensatore, con diversi gradi di direzionalità per applicazioni differenti.
Quando il primo elemento della catena è un microfono non amplificato, l'elemento successivo della catena deve essere necessariamente un preamplificatore, apparecchio che amplifica il debole segnale microfonico fino a portarlo al livello di linea già accennato prima, cioé un livello abbastanza alto da poter essere processato dagli altri elementi della catena. In genere il preamplificatore ha anche altre funzioni, e qualche possibilità di dare "colore" alla voce, soprattutto se è valvolare.
Subito dopo il preamplificatore in genere si trova un piccolo equalizzatore, come minimo a 5 bande, al fine di correggere in partenza eventuali artefatti introdotti dal microfono e a volte, purtroppo, fruscii e ronzii introdotti dal preamplificatore.
A questo punto della catena si inseriscono poi uno o più processori di dinamica, che come dice la parola stessa sono strumenti che servono a variare l'ampiezza dinamica del suono. Molto spesso le funzioni sono racchiuse in un unico apparecchio multifunzione composto dai diversi moduli (noise gate/expander, compressore, limiter). Queste apparecchiature sono molto importanti nell'uso radiofonico in quanto servono ad uniformare e livellare i volumi dell'audio, nonché a proteggere l'impianto da picchi di volume molto alti che possono portare a distorsioni.
Non è ancora finita: dopo aver processato la dinamica, il suono (divenuto più "pompante" ma anche più "piatto" e innaturale, passa per dei processori di effetti. Questi hanno il compito di rivitalizzare il suono esaltando frequenze che sono andate perse nel percorso, aggiungendone nuove (bass booster/enhancer/exciter) o aggiungendo effetti di riverbero ed eco. L'uso della psicoacustica per migliorare il suono è molto interessante e può fare la differenza fra il gradimento di ascolto di uno speaker piuttosto che un altro, ma va fatto con un ottimo orecchio e senza mai esagerare perché un abuso degli effetti può paradossalmente portare ad un risultato opposto, affaticando e rendendo sgradevole l'ascolto.
A questo punto della catena il segnale può prendere la strada verso l'ascoltatore. Prima di inviarlo è però consigliabile effettuare un ascolto di quanto abbiamo creato con le nostre audio-alchimie! Questo ascolto può avvenire tramite delle cuffie o tramite delle casse acustiche. Le cuffie, quando sono buone e garantiscono un buon isolamento acustico, hanno il vantaggio di evitare il rientro dell'audio nel microfono, con indesiderati effetti di "eco" o "feedback" (l'effetto larsen). Le casse invece danno una idea più realistica dell'ascolto da parte dell'utente della radio, e generalmente se ne usano due paia: una coppia di casse buone, con ottima risposta in frequenza e curva piatta ("flat") dette "monitor", che servono a valutare la qualità del suono senza distorsioni o modifiche indotte dagli altoparlanti, e una coppia di casse più economiche per valutare, al contrario, come viene riprodotto il suono da altoparlanti più commerciali, come quelli che è possibile trovare mediamente in piccoli impianti stereo, radio portatili, o nei monitor dei pc (per chi segue la radio sul computer).
Chi usa i computer per effettuare il preascolto, potrebbe avere il problema della latenza audio: schede audio più economiche, o computer poco potenti, introducono un ritardo fra l'emissione del suono e l'ascolto dalle casse, e questo in una diretta è estremamente fastidioso (cercare di inseguire la propria voce fa letteralmente impazzire :-)) e, se non si usa un mixer che permette di ascoltarsi prima che il segnale entri nel pc, è possibile inserire nella catena strumenti hardware specializzati per il monitoring, che splittano il segnale audio e lo mettono a disposizione su diverse uscite, sia cuffie che monitor, permettendo anche a piu' ospiti di essere dotati di cuffie, con regolazioni separate per il volume, e di regolare l'uscita su vari tipi di casse. E' la chicca finale che trasforma il nostro piccolo studio in una regia semi-professionale!
Abbiamo dimenticato qualcosa? Si, fondamentale direi, ma era utile parlarne alla fine di questo post. I cavi di collegamento! Una buona qualità dell'audio dipende molto dalla qualità e dal tipo di cavi usati per interconnettere questa "valanga" di apparecchiature, tenendo presente che maggiori sono le connessioni e le lunghezze dei cavi, più andrà a degradarsi il suono. In uno dei prossimi post vedremo anche quanti tipi di cavi esistono e quando vanno usati.
Alla prossima!
Luca De Florio
ciao grazie a questo post ho capito tante cose ed è stato molto utile....spero che al più presto potrò leggere il post sui cavi!!!
RispondiEliminaben fatto luca grazie ancora.
Marilena di RadioSca..
Veramente molto utile!!!
RispondiEliminaComplimenti per la spiegazione semplice,diretta e alla portata anche di quelle persone che entrano per la prima volta nel mondo del SUONO.
Ciao! scusate se vi faccio delle domande, ma non posso ancora sperimentare con mano a causa della scarsità di mezzi economici.
RispondiEliminaNella mia strumentazione ci sono un microfono, un buon mixer, una scheda audio con 6 in e 10 out e un pc con Ubuntu col quale gestisco il tutto (il server audio Jack mi lascia un buon margine di libertà nel routing audio).
Ora, siccome tutto questo è molto figo ma non mi permette di avere un suono vagamente caldo che ricordi una radio una radio un po' più seria, vorrei chiedervi su cosa secondo voi mi conviene lavorare:
é meglio concentrarsi su un equalizzatore da mettere tra il mic e il mixer/scheda audio (e quindi comprarci vicino un channel strip) o sarebbe meglio fare un' unica spesa usando un buon compressore a 5 bande? Nel secondo caso, in quale parte della catena sarebbe meglio piazzarla? dopo il microfono o in insert prima del main out?
Scusate il papiello, ma i dubbi mi assalgono e non saprei neanche a chi parlarne :)
Peppe