Siamo speaker, operiamo nel settore o comunque siamo appassionati di radio, ma bisogna anche affrontare un tema importante: quando una radio, per via delle antenne o dell’elevata potenza dei suoi segnali, causa gravi problemi di salute ai cittadini. In particolare ha tenuto banco in questi ultimi giorni su tutti i giornali nazionali, la questione “Radio Vaticana”.
L’ultimo parere che si legge sul web è quello del deputato dell’Italia dei Valori Domenico Scilipoti che su www.affaritaliani.it provoca: “o Radio Vaticana abbatte drasticamente la potenza di emissione, oppure dovrà chiudere!”
Ma è solo l’ultimo articolo di una lunga serie, dai quotidiani come il Corriere della Sera, La Repubblica o il Messaggero a vari blog...continua
Facciamo un passo indietro. La vicenda legata a Radio Vaticana e alle sue antenne nella zona di Cesano e Osteria Nuova, a nord di Roma, non è nuova, esiste dagli anni 90, ma è tornata alla ribalta in questi giorni perché proprio adesso si è concluso l’incidente probatorio che era stato richiesto nel 2006 dalla Procura della Repubblica della Capitale nell'ambito del procedimento penale nei confronti dei responsabili dell’emittente. I risultati, che i comitati cittadini definiscono «sconvolgenti», sono stati depositati nelle scorse settimane. E indicano una associazione «coerente, importante e significativa» di rischio di morte per leucemia o di rischio di ammalarsi di leucemia, linfoma e mieloma per lunga esposizione residenziale ai ripetitori dell’emittente della Santa Sede fino a 12 chilometri di distanza da questa.
L’accertamento è stato condotto da Andrea Micheli, dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Responsabile dell’inchiesta è il pm Stefano Pesci. Il perito ha spiegato, secondo un comunicato del Coordinamento dei Comitati di Roma Nord: «L'eccesso di rischio è clamorosamente alto. L'effetto è molto importante e non può essere dovuto al caso. I risultati ottenuti sono assolutamente impressionanti. Non siamo stati in grado di trovare un fattore di causa diverso dalla Radio Vaticana» - e ha aggiunto il perito : «Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, soltanto negli studi epidemiologici relativi alle zone che hanno subito gli effetti dell'esplosione di una bomba atomica».
Insomma, ormai le parole di allarme degli scienziati si sono trasformate in un coro di urla.
Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord chiede alle autorità nazionale e locali: «l'immediata sospensione delle trasmissioni della Radio Vaticana e la sua delocalizzazione in un luogo in cui non possa accrescere il rischio di morte e di malattie per gli esseri umani, oppure l`abbandono totale di questa obsoleta tecnologia in favore della diffusione satellitare dei propri programmi radiofonici».
Articolo di Paola Coda
Per dovere di verità, andrebbe anche detto che i ripetitori di radio vaticana esistevano prima che la zona venisse urbanizzata e costruita. La domanda dunque potrebbe essere: chi ha dato le concessioni di costruire in quel territorio che al tempo dell'installazione dei ripetitori (90 anni fa) era solo campagna? Una responsabilità che forse è da spartire con la società civile e le amministrazioni territoriali, non trovate?
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