Le ultime rilevazioni ad opera di Bridge Ratings informano che in Nord America le radio tradizionali perdono progressivamente pubblico, soprattutto nella fascia teen ager e tra i giovani adulti tra i 18 e i 24 anni. L’ascolto medio da parte del pubblico americano è sempre consistente, 18 ore settimanali, risultando però di 4 ore inferiore rispetto al 2005.
Al calo dell’ascolto via etere corrisponde una crescita dell’audience on-line, con le Web radio capaci di catturare ormai circa 60 milioni di ascoltatori a settimana: di questi, però, “solo” 38 milioni si sintonizzano su emittenti Internet-only, mentre sono decisamente più numerosi coloro che ascoltano in rete i programmi trasmessi dalle stazioni radio “terrestri” in modalità simulcasting (e cioè in contemporanea); secondo le proiezioni di Bridge Ratings, le due categorie raggiungeranno ascolti equivalenti nel 2015, quando circa 77 milioni di americani dedicheranno almeno cinque minuti a settimana all’ascolto della radio on-line.
Alla diminuzione dell’appeal della radio via etere contribuiscono ovviamente anche i lettori Mp3 e i telefonini smartphones che consentono l’ascolto in streaming: l’ascolto sui player portatili musicali è salito a 11 ore settimanali, + 7 % rispetto al 2007, mentre l’ascolto su smartphones cresce a doppia cifra, con 5 ore settimanali dedicate dai 18-24 enni e un tasso di incremento del 28 % tra gli utenti di età superiore ai 55 anni.
Secondo voi, la Web Radio sarà un temibile concorrente della Radio in Fm anche in Italia?
Credo che la fruibilità su dispositivi mobili sia un fattore determinante. Una graduale riduzione di costo di questi apparecchi sarà certamente d'aiuto. Parlare di competitività (in termini di numeri) mi pare prematuro ma se le webradio sapranno porsi come alternativa attraverso la proposta di contenuti "appealing" di certo si assisterà ad una diversa distribuzione degli ascolti.
RispondiEliminaUltima (ma ritengo indispensabile) considerazione: noi delle webradio dobbiamo crederci :-)