Creare una Web radio non richiede oggi particolari competenze o investimenti, ma la tendenza è quella di condensare sul Web tutti gli aspetti produttivi abbassando quasi a zero la soglia di ingresso per gli aspiranti speaker, podcaster e conduttori di programmi. Di Spreaker si sente parlare da qualche mese attraverso le cronache dei vari eventi dedicati al mondo delle startup tecnologiche. La società bolognese-riminese, inserita nell'ambito di We Tech Off, incubatore del consorzio emiliano Aster, nel novembre scorso si è classificata al primo posto dl Start2B, premio istituito nel corso degli R2Bdays, momento fieristico promosso dalla stessa Aster, da BolognaFIere e dalla regione. Adesso però il progetto è giunto in dirittura d'arrivo e il 31 gennaio partirà con una beta privata per la quale è possibile richiedere un invito visitando il sito Spreaker.com.
Che cos'è Spreaker? E' una piattaforma di radiofonia Web 2.0 che consente di costruire un proprio palinsesto radiofonico su Web ma serve soprattutto per "fare" radio. Il modello è ispirato a quello di Radionomy, 1000mikes, BlogTalkradio, TalkShoe, brand che i lettori di Radiopassioni conoscono già. Ma con un importante elemento di differenziazione. L'idea è di mettere a disposizione l'interfaccia Web (ma evidentemente è prevista anche una versione iPhone) di Spreaker, la Deejay Console, per registrare i contributi audio esterni mixando effetti e brani musicali con licenza assolta da Spreaker stessa. E non solo registrare, visto che la piattafforma rende possibile anche la diffusione "live".
Oltre al software Web-based per la regia, l'azienda ci mette tutto, la banda trasmissiva, persino i brani musicali i cui costi di licenza pesano solo sul provider. Tutti questi contributi andranno a costituire una libreria che darà agli ascoltatori su Internet la possibilità di fabbricare un palinsesto di contributi e programmi - i propri o quelli altrui - e cucirsi su misura una stazione radio online personalizzata. Daniele Cremonini, uno dei fondatori di Spreaker, parla di "radio libera sociale". Non a caso è prevista anche l'integrazione degli stream direttamente nei contenitori personali di Facebook.
La società, costituita lo scorso novembre, si basa sull'esperienza di Daniele, Francesco Baschieri e altre quattro persone e sulle attività di un'altra azienda, Waymedia, specializzata in soluzioni di mobile marketing.
Radiopassioni ha intervistato Daniele Cremonini via Skype, chiedendogli di spiegare le funzionalità della console di produzione e il modello di business di Spreaker:
La sostenibilità economica del progetto verrà infatti garantita dalla pubblicità - di stampo radiofonico, con veri e propri spot - e dagli accordi per la vendita diretta di prodotti e servizi di cui si parlerà nelle diverse "radio". Per esempio un programma con la recensione di libri o film potrebbe puntare al sito di una libreria online, che dividerebbe con Spreaker le commissioni di acquisto. L'obiettivo di questa prima fase di lancio è di raggiungere, entro fine febbraio, almeno un migliaio di utenti registrati e un certo numero di produttori-conduttori radiofonici do-it-yourself, stimolando la voglia di singoli, associazione, gruppi musicali che hanno qualcosa da dire alla "radio 2.0".
Oltre al software Web-based per la regia, l'azienda ci mette tutto, la banda trasmissiva, persino i brani musicali i cui costi di licenza pesano solo sul provider. Tutti questi contributi andranno a costituire una libreria che darà agli ascoltatori su Internet la possibilità di fabbricare un palinsesto di contributi e programmi - i propri o quelli altrui - e cucirsi su misura una stazione radio online personalizzata. Daniele Cremonini, uno dei fondatori di Spreaker, parla di "radio libera sociale". Non a caso è prevista anche l'integrazione degli stream direttamente nei contenitori personali di Facebook.
La società, costituita lo scorso novembre, si basa sull'esperienza di Daniele, Francesco Baschieri e altre quattro persone e sulle attività di un'altra azienda, Waymedia, specializzata in soluzioni di mobile marketing.
Radiopassioni ha intervistato Daniele Cremonini via Skype, chiedendogli di spiegare le funzionalità della console di produzione e il modello di business di Spreaker:
La sostenibilità economica del progetto verrà infatti garantita dalla pubblicità - di stampo radiofonico, con veri e propri spot - e dagli accordi per la vendita diretta di prodotti e servizi di cui si parlerà nelle diverse "radio". Per esempio un programma con la recensione di libri o film potrebbe puntare al sito di una libreria online, che dividerebbe con Spreaker le commissioni di acquisto. L'obiettivo di questa prima fase di lancio è di raggiungere, entro fine febbraio, almeno un migliaio di utenti registrati e un certo numero di produttori-conduttori radiofonici do-it-yourself, stimolando la voglia di singoli, associazione, gruppi musicali che hanno qualcosa da dire alla "radio 2.0".
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