Il microfono migliore dell'anno è il Neumann TLM 67

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E con questa fanno undici le volte che a Neumann è stato attribuito un prestigioso premio per eccellenza tecnologica, in questo caso il TEC Award, ed è precisamente il microfono TLM 67 ad aver vinto, alla convention AES di New York.
Il TLM 67 è un microfono a condensatore basato su un diaframma ampio - montato elasticamente - secondo i classici archetipi dello stile Neumann, con il suo unico look così prestigioso, dalla doppia colorazione. Per dirla tutta sono due i riconoscimenti ufficiali che questo modernissimo microfono Neumann, TLM 67, può vantare: il TEC Award appena citato e il MIPA concessogli la scorsa primavera. Si tratta certo di due dei maggiori premi nel settore dell'audio professionale, vinti in qualità di migliore microfono da registrazione dell'anno 2009. Il TLM 67 si avvia così lungo il percorso di eccellenza sulla scia dei suoi illustri predecessori “compagni di marchio”, dei veri e propri classici riconosciuti a livello mondiale. Un posto d'onore che il "67" si merita davvero nella storia di un'azienda sul mercato da addirittura oltre ottant'anni. Il prezzo del Neumann TLM 67 parte dalle 1500 €

Buone Feste a tutti gli Speaker di Radiospeaker.it!

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Approfittiamo di queste feste di Natale per ringraziare ogni Speaker, ogni Autore e ogni Utente del Radiospeaker Blog per l'impegno dimostrato in questi primi mesi di vita del sito e per il tempo che ha dedicato alla sua crescita.
Speriamo di poter continuare a lavorare insieme con ognuno di voi per raggiungere risultati sempre più grandi nel 2010... leggi tutto


Quali sono i premi più richiesti dagli ascoltatori?

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Wikipedia parla di Radiospeaker.it e Radiospeaker Blog nelle voci "Conduttore Radiofonico" e "Speaker Radiotelevisivo"

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L'enciclopedia libera più famosa del mondo , Wikipedia, parla di Radiospeaker.it e del Radiospeaker Blog tra le sue voci.
Nello specifico se cercate su Google o direttamente su Wikipedia la voce "conduttore radiofonico" troverete questa definizione: "Il presentatore radiofonico o conduttore radiofonico è colui, o colei, che dirige una trasmissione radiofonica..ecc...Maggiori informazioni sull'argomento si trovano sul sito Radiospeaker.it - il portale del conduttore radiofonico un sito con le schede e i dati di tutti i conduttori radiofonici italiani divisi per copertura territoriale (nazionali, regionali, locali e web). Molto utile anche il Blog del sito dove gli speaker condividono esperienze, nozioni, segreti, trucchi e riflessioni sulla conduzione radiofonica. Radiospeaker Blog". leggi qui
Inoltre, se cercate la voce "speaker radiotelevisivo" oltre alla stessa citazione di prima, nei collegamenti esterni c'è scritto: Dal 1 novembre 2009 è stato creato il sito Radiospeaker.it - Il portale del Conduttore Radiofonico che contiene i dati, contatti, foto, file audio e curriculum di tutti gli speaker radiofonici nazionali, regionali, locali e web. (leggi qui). Siamo sicuri che ognuno di voi sarà soddisfatto almeno quanto noi!

Come realizzare un ottimo intervento radiofonico? le 5 W

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Eravamo rimasti con il primo esercizio dove vi consigliavo di allenarvi con l'IMAGE RAMP che come ci ha definito meglio Giorgio è fondamentale per un conduttore perché riprende quell'attenzione persa durante una sequenza troppo lunga o dal carosello pubblicitario. (leggi il post sull'image ramp)

Un secondo esercizio potrebbe essere raccontare una notizia in un minuto di talk.
Questo potrà sembrarvi facile e banale ma è uno dei compiti più difficili che si possono trovare nelle Radio di flusso (Vi consiglio di leggere il post: Quanto deve durare l'intervento di uno speaker? per capire la differenza con le radio di programmi riguardo ai talk)

Dobbiamo prendere la notizia e renderla nostra con il sistema delle le 5 W: WHO - WHAT - WHY - WHEN - WHERE

Prendiamo questa notizia: http://new.it.music.yahoo.com/blogs/funweek_blog/4266/jennifer-lopez-e-marc-anthony-inseparabili-divi/

Possiamo farla così: Black eyes peas su Radio Punto con il loro ultimo singolo!(RIENTRO) ed il 17 dicembre (WHEN) inizia il tour della coppia Marc Anthony e jennifer lopez (WHO) in Cile (WHERE) e già la cantante ed attrice americana fa parlare di sé per i suoi comportamenti da diva(WHAT)..perché? perché al casinò dove si esibiranno, j.lo ha chiesto che tutti i mobili e le pareti dalla suite dove alloggerà assieme al compagno siano bianchi, inoltre, ha voluto 56 uomini per la sicurezza personale ed ovviamente la coppia non rilascerà interviste...ma la cosa che ci lascia tutti basiti è la richiesta di uno chef e di un enologo personale(WHY)...in italia lo avrei capito...con i vini che abbiamo! ma in cile dai!(USCITA) Continua la musica su Radio Punto.(LANCIO)
Sembra facile ma elenchiamo le difficoltà:

1. Siete in diretta in teoria non potete correggere delle parole sbagliate ma in pratica le gaffe le si correggono in diretta, c'è chi ne ha fatto un suo punto di forza in radio ed in tv(vedi Mike Bongiorno che c'ha insegnato che si ride per la gaffe e si rende partecipe il pubblico) ma non fateci troppo affidamento agl'inizi.
2. Solitamente la redazione vi da un tot di news da poter dire ed il tempo per guardarsele è poco (men che meno quando fate i provini)
3. E' difficile non essere meccanici nella lettura della notizia quando la si ha sotto, evitate di leggerla! sottolineatevi solo le 5 W con un evidenziatore come aiuto.
4. Evitare di fare i 4 errori elencati in questo post di Giorgio: Tecniche Radiofoniche, L'importanza dell'Air Check

Io ho messo una domanda in mezzo al talk, non tutti lo fanno non tutti lo ammettono. Io lo utilizzo perché mi piace la "radio a contatto con chi ascolta" e fargli una domanda vuol dire farli sentire partecipi al discorso (io parlo con loro e sono li per loro) e poi dà più senso di naturalezza e non divento un voice over o uno spot ma come ricordo sempre: fate il vostro stile! e divertitevi! sopprattutto dovete trasmettere il vostro divertimento!

Eliminare il Riverbero? Usa la Tecnica del Fantasma

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Radiospeaker.it Christmas Card

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Radiospeaker.it ha pensato a tutti i suoi iscritti inviando delle simpatiche cartoline di auguri personalizzate! Un piccolo pensiero per augurare a tutti voi un Felice Natale ed un "Radioso" 2010! 
- Se hai ricevuto la Radiospeaker.it Christmas Card lascia il tuo commento più in basso!
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GRAZIE!
RADIO SPEAKER STAFF

Come si diventa speaker radiofonico? Parte 2

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Ci scusiamo per l'inconveniente...

Interviste agli Speaker: Marco Liorni (RDS)

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Continuano le interviste agli speaker di Radiospeaker.it! Questa volta abbiamo intervistato Marco Liorni nella sua veste di Speaker di RDS!

Ciao Marco, puoi raccontarci brevemente come è cominciata la tua carriera in radio? Nella casa al mare che i miei genitori avevano affittato... avrò avuto dodici, tredici anni! Non molto tempo fa insomma eheheh Beh, con un registratore a cassette portatile, quelli con il tasto rosso per il Rec, facevo una 'radio' per la nostra famiglia, prendevo la musica dalle altre radio locali, diciamo un 'nearload', cioè mettevo il microfono vicino alla radio. Poi andavo in giro con mio cugino e facevamo domande alla gente, sondaggi su che cosa piaceva e cosa no dell'estate, anche radiodrammi per ridere, con mia nonna Teresa che faceva la voce narrante: 'nonna, dì Il mattino dopo qui' e lei - che stava cucinando - diceva 'il mattino dopo'. Quanto ci siamo divertiti, era la passione che nasceva. Poi dopo parecchi anni ho trasmesso in una radio vera, anche se la quantità di pubblico non era aumentata di molto: 'Teleradiodomani' si sentiva solo nel palazzo dove trasmetteva. era schiacciata da una certa Radio Dimensione Suono... Poi sono andato a Radio Incontro, che a Roma è una radio di una certa importanza, ed ero felicissimo.

Tra i contenuti del blog c'è un sondaggio sulle tipologie di radio, tu lavori in una radio di flusso come RDS, quali sono le qualità che uno speaker deve avere per lavorare in una radio di flusso? Credo soprattutto 'orecchio'. Ci vuole in quasiasi tipo di radio, ovviamente, ma in una radio di flusso non devi... interrompere il flusso! nel senso che devi cercare di essere armonico, di essere breve nei tempi, di trattare contenuti adatti a un pubblico generalista con modi e ritmi che si amalgamino al meglio col resto della programmazione, di stare dentro il 'mood' della radio. Questo conservando la tua personalità. L'equilibrio non è semplicissimo.

Cosa ne pensi della "Radio" in questo momento? Com'era, Com'è e Verso quale direzione sta andando? Improvvisamente è diventata modernissima. E' l'unico media che si può integrare con gli altri. Questa è una grande fortuna, una grande occasione anche per ripensare alcuni contenuti. Quindi credo anche che tutti noi speaker dobbiamo essere bravi a intercettare i cambiamenti e le nuove opportunità.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Imparare a fare meglio lo speaker radiofonico, per prima cosa. Questo lavoro ha bisogno di una aggiornamento continuo, di una sensibilità continua sull'evoluzione dei linguaggi. Mi è capitato qualche tempo fa di ascoltare per caso in automobile un grande speaker radiofonico, che in passato ascoltavo spesso e mi sembrava un 'dio' della radio, e lo era, in parte ancora lo è. 
Ma l'ho trovato improvvisamente 'datato', sempre bravissimo, con una tecnica sopraffina, ma datato. Come ascoltare una registrazione di una quindicina di anni fa. Questa cosa mi ha fatto molto riflettere, perché non è facile percepire i cambiamenti, rinnovarsi e rinnovarsi senza tradirsi.Ma se mi chiedi i progetti personali, oltre alla radio c'è molto altro perché sto portando avanti tante cose, è per carattere, ho bisogno di fare, di immaginare, di progettare. Ho progetti televisivi, un paio intavolati con dei network, sto scrivendo il mio secondo libro dopo quello su Facebook, ho un paio di idee per la Rete e altre cosette che non c'entrano con la comunicazione. Poi ho fatto anche un clinique per speaker radiofonici ed è stato molto bello trasferire la mie esperienze e entrare in contatto con tante persone che stanno iniziando questo lavoro bellissimo.

Hai qualcos'altro da aggiungere sulla radio e sul mondo della conduzione radiofonica che non ti abbiamo chiesto? Sì, se state iniziando questo lavoro leggetevi l'intervista ad Alberto Di Stefano su questo blog! (la trovate QUI - N.D.R.)

Cosa ne pensi di Radiospeaker.it? State facendo un ottimo lavoro, si vede che c'è competenza sia sul mestiere di speaker sia sull'utilizzo della Rete. Ci voleva un punto di riferimento per chi fa questo lavoro, per chi sta iniziando, per chi ha questa passione e non sa da dove cominciare. 

Una hit di fuoco e la radio va in fiamme!

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Guardate questo video trovato per caso su internet...probabilmente questa signora stava ascoltando una Hit di Fuoco!!


Se vuoi condividere video sul Raidospeaker Blog o scrivere un post, insisci la tua email nel box che trovi nella barra laterale destra! Diventa un Autore del Blog! Non serve impegno, solo passione!

Come si diventa speaker radiofonico? Parte 1

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Interviste agli Station Manager: Alberto Di Stefano (Dimensione Suono Roma)

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Radiospeaker.it continua ad incontrare professionisti del settore radiofonico, abbiamo intervistato lo Station Manager di Dimensione Suono Roma, Alberto di Stefano e abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui:

La prima domanda che qualsiasi speaker radiofonico vorrebbe porre ad uno station manager d’esperienza come te è: quali sono le qualità di uno speaker che  contano di più? Un conduttore può avere una gran voce. Può avere una dizione impeccabile o una pronuncia inglese madrelingua. Potrebbe avere anche cosa dire. Ma se non ha il talento naturale di comunicare, catturare l’attenzione ed esprimere concetti, è meglio che si dedichi al doppiaggio (caste permettendo…) o che presti la sua voce e la sua tecnica agli studi di produzione spot (magari evitando di farsi sottopagare…). Perciò, da sempre, la mia esperienza mi porta a privilegiare la personalità di un conduttore. Chi ne è dotato saprà avere anche la duttilità necessaria per interpretare formati diversi. Se c’è una cosa che ripeto ossessivamente ai conduttori di Dimensione Suono Roma è che se avessi bisogno solo di una voce, utilizzerei il synth che annuncia i treni alla stazione o chiamerei il primo volontario di passaggio davanti l’ingresso dei nostri studi…
 
Tra gli argomenti del Radiospeaker Blog, uno di quelli di cui si è discusso di più è quello che riguarda la durata degli interventi degli speaker. Secondo te quanto deve durare l'intervento "perfetto"? Una durata standard non può essere fissata, dipende tutto dal formato e dalle esigenze di clock di un’emittente, ogni palinsesto ha esigenze diverse. Inoltre, al contrario di quanto pensa gran parte dei conduttori, la durata di un intervento è inversamente proporzionale alla sua efficacia: più si parla, più aumenta il rischio di disperdersi in chiacchiere di scarsa rilevanza. 

Quali sono gli elementi indispensabili per un ottimo intervento radiofonico? L’elemento indispensabile è il contenuto dell’intervento. Assolutamente. 

Passiamo ad un aspetto pratico: il demo radiofonico. Come deve essere un demo per attirare la tua attenzione? Quanto deve durare? Quanti interventi deve comprendere? Come dovrebbe essere strutturato? Nonostante la nostalgia da cassettina e CV battuto a macchina, la demo che colpisce la mia attenzione è inviata per posta elettronica, è un mp3 (o link a file audio), è sintetica, concreta, di buona qualità audio, senza elementi secondari (come il jingle di Radio Sabbia o gli oltre 4 minuti dell’ultimo brano di Tizio & Caio…) ed è accompagnata da una presentazione breve e informale e da un CV sintetico, ordinato, dettagliato e limitato all’ambito di interesse (lo stage alla fabbrica di prosciutti lo ometterei…). Ma soprattutto non deve MAI citare il nome di un improbabile “sponsor” (che di solito, tra l’altro, non si ha mai il piacere di conoscere…). 

Cosa consigli ad uno speaker che sogna di arrivare ad un alto livello? Di non smettere mai di imparare. Studiare, essere curiosi, informarsi, esercitarsi, ascoltarsi, confrontarsi: sono tutte attività necessarie per migliorare ogni sfumatura del proprio stile di conduzione. Quando capiterà la fortuna di avere un’opportunità importante, certe qualità saranno subito notate da un orecchio esperto. 

Sicuramente abbiamo dimenticato di chiederti qualcosa, vuoi aggiungere qualcos'altro? Solo suggerire, a chi vuol fare questo lavoro, di non gettare la spugna alla prima porta chiusa e, a chi è già affermato a buoni livelli, di coltivare con modestia e disponibilità la curiosità e l’interesse di chi si avvicina a alla radio e alla professione di conduttore. 

Cosa ne pensi di Radiospeaker.it? Ogni iniziativa che abbia lo scopo di diffondere e condividere la passione per la radio è una santa cosa. Se poi, come in questo caso, è realizzata con criterio e cognizione di causa è ancora meglio. In bocca al lupo Radiospeaker.it! 

Crepi! ;)


Teorie e tecniche radiofoniche: Uscita in battuta

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http://www.radiospeaker.it/blog/conduzione-radiofonica-entrata-ed-uscita-battuta-326.html

Teorie e tecniche radiofoniche: Entrata in battuta

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Definiamo entrare in battuta: entrare con l'intervento sul battito forte della battuta della canzone.

Dobbiamo apprendere delle piccole nozioni musicali.

Dovete sapere che in una battuta di 4/4 esistono 4 accenti uno per pulsazione: 1 Forte 2 Debole 3 Mezzo - Forte 4 Debole.
Per dare dinamica alla vostra entrata dovete entrare sul primo colpo della battuta, detto in parole poverissime all'inizio del Riff.

Poi esistono diversi metodi: entrare sul ritornello finale, sull' Outro o sull'ultima o penultima battuta e dopo un jingles.

Solitamente nella musica Pop o Pop Rock il ritornello finale è sempre il doppio del primo o dei primi due, per questo se utilizzate il primo metodo è più sonoro entrare sul secondo ritornello del ritornello di chiusura.

Ibri Idge Irit Iorn Iel IloE rit Iorn Iel Ilo I

E (simbolo di quando entrate)
I (inizio battuta)

C'è chi invece entra sull'ultima o penultima battuta della canzone anche se lo sconsiglio per un motivo di dinamica.

Ibri Idge Irit Iorn Iel Ilo Irit Iorn Eel Ilo I

Vi potrà sembrare scontato ma, tranne nel Punk Hc e nel grindcore, i ritornelli generalmente sono di almeno 4 battute ovvero 16 pulsazioni e solitamente si ripetono per 2 o 4 volte (quindi prendete lo schema sopra come qualcosa di indicativo).

Sull'Outro vuol dire entrare con lo stesso metodo ma all'inizio della battuta post-ultimo ritornello che solitamente in radio è introvabile come situazione, perché un buon programmatore radiofonico taglia gli outro e le buone discografiche mandano i singoli "Radio Edit" cioè con intro e outro inesistenti o più corti.

L'ultimo ma non più facile (ANZI!) l'entrata dopo il jingles

Ibri Idge Irit Iorn Iel Ilo Irit Iorn Iel Ilo IjingEbaseI

Dovete entrare precisamente sul colpo forte della base e non è facile dato che il tempo suggerito dalle vostre cuffie è quello del jingles. Non vi preoccupate inizialmente darete degli sbazi di volume sulle prime tre parole dell'intervento, almeno così a me capitava.

Ce ne sono altri di metodi che io non ho ancora eseguito, sperimentato o notato su altre emittenti e sono sicuro che il mio elenco non è assoluto.

Ricordatevi nei From Disco to Disco l'entrata in battuta a tempo è fondamentale! il come poi..scegliete voi, ve lo ripeterò sempre ogni volta: fate il vostro stile.

Teorie e tecniche radiofoniche: Clock

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Prima di parlare di "entrate in battuta" bisogna parlare di tipologie di radio, anzi di programmazioni radio o clock.

Il clock, in parole poverissime, è la struttura del vostro programma in tempi e modalità.

Il mio primo clock fu questo: PZ(pezzo) - IN(intervento con base) - PZ - IN - PZ - PB (pubblicità) - PZ - IN ...

Questo è un clock tipico delle Radio di Programmi, dove si tende ad interagire molto con il pubblico, attirandolo a sé con: argomenti, rifflessioni e domande dirette al pubblico. Il "come svolgere al meglio questo" lo spiega benissimo Giorgio in uno dei suoi primi post sulla tecnica Attenzione Interesse Desiderio Azione (vedi: Teorie e Tecniche della Conduzione Radiofonica: il segreto dell’AIDA) però in questo format và spalmato in 20/30 minuti ad argomento (4 interventi) al posto di 60 secondi, infatti la radio di programmi è molto più lenta.

Scopriamo allora un format più veloce: il From Disco to Disco (utilizzato molto nelle radio di flusso ma questo non esclude l'utilizzo di quelle di programmi)

ecco il clock: PZ - * - PZ - * - PZ - * - PZ - * - PB e parlate a cavallo tra PZ e PZ (identificato con *), invece tra PZ e PB annunciate la pubblicità.

Fare questo può sembrare facile ma non lo è, perché avete 15/20/30 secondi e l'esperienza mi insegna che, una volta che abbiamo preso dimestichezza con il MIC, parlare tanto è facile invece parlare poco è difficile.

Poi vi è un format con l'aggiunta dei jingles, dove si mischiano i due: PZ - * - PZ - JINGLES - IN - PZ - PB - ...

In realtà la programmazione dei clock è molto libera, varia a seconda della tipologia di contenuti e dalla linea editoriale della radio, però vi assicuro che a volte è più divertente fare il programmatore musicale e cercare di capire quale clock attira di più l'orecchio di chi ascolta che fare lo speaker radiofonico.

Nella prossimo appuntamento parleremo delle entrate in battuta a seconda dei clock che vi ho scritto, e per chiudere questo capitolo vi ricordo di farvi sempre e comunque un vostro stile.

Felice F.

Che tipo di radio preferisci? Sondaggio online sulle tipologie di radio

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Sul lato destro del Radiospeaker Blog puoi votare il tipo di radio che preferisci. Partecipa al sondaggio online:
Radio di Flusso
La Radio di Flusso è un tipo di radio molto strutturato, di solito basato su uno schema preciso che si ripete ogni ora. L'esempio più riuscito di radio di flusso è quello di RDS che riesce a conquistare giornalmente più di 5 milioni di ascoltatori nel giorno medio (Dati Audiradio quarto bimestre). In una radio di flusso c'è una netta prevalenza musicale e lo speaker fa degli interventi  brevi  e ripetuti in punti strategici del palinsesto. Una radio di flusso ha un "clock" o un "palinsesto" orario che si ripete quasi ogni ora e che tende a "rassicurare" l'ascoltatore.
Radio di Programmi
La Radio di Programmi mette al primo posto la personalità degli speaker e la diversità dei contenuti. A differenza di una radio di flusso, la radio di programmi ha una gran quantità di parlato con interventi che arrivano tranquillamente ai 5-6 minuti ed il palinsesto è molto più malleabile a seconda della personalità di chi parla e al contenuto del programma. Ogni programma ha una durata oraria variabile e ha sigle, contenuti, effetti sonori e strutture specifiche, rendendo la radio sempre diversa nel corso della giornata.
Esempi di Radio di Programmi si trovano in Radio DeeJay, Radio 105, RTL 102.5, Radio Kiss Kiss e nella maggiorparte delle Emittenti Nazionali.
Talk Radio
La Talk Radio italiana per eccellenza è Radio 24 (1856 ascoltatori nel giorno medio - Dati Audiradio quarto bimestre). Una talk radio si distingue per la quasi totale assenza di musica. Tutto il palinsesto si basa sugli speaker e sui loro contenuti. E' una radio specializzata nell'informazione.
Radio solo Musicali
Le radio solo musicali sono molto diffuse a livello locale, visti i bassissimi costi di gestione per l'assenza di speaker.  La radio nazionale che si avvicina di più a questa tipologia è Virgin Radio che, a parte alcuni momenti della giornata, è caratterizzata dalla presenza massiccia di musica, in questo caso musica Rock.

Teorie e tecniche radiofoniche:Esercizio1

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Ciao spero che sia stato interessante il mio post precedente e spero che lo sia anche questo...
Se avete installato il tutto potete iniziare con i primi esercizi al microfono.
Starete pensando: Ok, ma cosa dico?!....
Provate disannunciando il primo disco, ricordate: orario, il vostro nome o su che radio siete, se avete tempo anche un piccolo annedoto sull'artista disannunciato o una vostra citazione che rende l'intervento meno meccanico (breve!) e sulla chiusura annunciate il prossimo disco.

Si, sembra tanta roba ma un esempio banalissimo potrebbe essere: abbiamo appena ascoltato Madonna con Celebration, Sono le 08 e 15 e questa è Radio Punto ( o io sono Felice), staremo assieme fino alle 10, si lo so che vorreste stare con me più tempo (con il sorriso e non spavaldo) ma non si può, però possiamo ascoltare assieme il prossimo disco! è di Will Smith, Wild wild west.

Ok bisognerebbe valutare moto, intonazioni, pause, etc...ecco perché si consiglia sempre un buon corso di dizione (speakeraggio ma a volte anche recitazione può aiutare) per tutti gli speaker.

Ognuno poi ha un suo ordine nel dire i vari punti da me indicati (o ne aggiunge...addirittura ne omette), create comunque un vostro stile.

Nella prossima puntata vi parlerò dell'entrate e delle uscite in battuta...in parole povere fare questo esercizio però a tempo...per chi è un musicista paragoniamolo a suonare una canzone a metronomo.

Teorie e tecniche radiofoniche: Esercitarsi a fare gli speaker radiofonici

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A volte non è possibile entrare come conduttore in una radio sin dall'inizio. Io mi ricordo che portavo le birre ai conduttori per il primo mese e nel secondo mese annunciavo la pubblicità.
Ovviamente il percorso si fa lungo in questo modo e tutti noi quando entriamo in una radio sognamo di entrare in quella sala da speaker e parlare.
Ma la fretta non aiuta!! Ho visto molta gente che prima di entrare in sala di speakeraggio erano gasatissimi e poi davanti al microfono hanno fatto quasi un silenzio radiofonico.
Starete pensando: Ok io voglio fare radio ma non posso entrare subito in sala, cosa posso fare?? non esistono dei veri esercizi come a scuola..invece NO! vi sbagliate!

Dovete procurarvi il demo di una regia automatica come MBSTUDIO (scaricabile gratuitamente dal sito), studiatevene l'utilizzo per qualche settimana, e se la cosa vi annoia pensate che nelle maggior parte delle radio lo speaker fa anche il regista e che saper fare la parte tecnica apre il doppio delle porte.
Procuratevi un mixer da pochi canali e collegategli il microfono sul primo canale, invece sul secondo canale collegate l'uscita audio del pc (per capirci quella che andrebbe nelle casse) poi dal Main Out rientrate nell'entrata della scheda audio del vostro pc (Solitamente blu).
Adesso nel pannello di controllo nella sezione Audio/Registrazione mettete "Line Volume".
Accendete la registrazione da qualsiasi programma simile a Cubase, Audacity, Pro Tools...meglio Audacity perché gratis.

Adesso potete simulare una diretta con MBSTUDIO e il vostro microfono ovviamente registrandovi e riascoltandovi.

Felice Filippini

Ascolta e vinci: gli italiani campioni del mondo!

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A quanto pare noi italiani ci distinguiamo sempre dal resto del mondo non solo nell'estimato gioco del calcio, ma nel gioco in generale! Numerosi sondaggi attestano infatti il primato dei connazionali nel gioco d'azzardo, che si riflette nel proliferare di giochi a premi e quiz vari nei media (Quella del gioco d'azzardo è la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim: leggete qui).

Tra programmi televisivi in cui si promettono migliaia di euro, tabaccherie colme di speranze, sale giochi affollate, come poteva non "concorrere" anche la Radio?

Le tipologie dei radioquiz sono molteplici: I "matematici" che richiedono un elevatissimo sforzo nelle prime ore mattutine; gli "umilianti" in cui vince chi ha fatto la figura peggiore ; gli "artistici", dove gli ascoltatori sono chiamati a compiere imprese auliche, come ad esempio fare un urlo o un versaccio; i "culturali" e, per finire, i "minimalisti", i nostri preferiti, la partecipazione ai quali richiede solo il saper comporre un numero su un cellulare.

Anche i premi sono di diverso genere: dalla compilation ai gadget della radio, dagli ingressi a eventi ai biglietti per il cinema o il teatro (sempre meglio che in Somalia dove alla radio si regalano fucili, granate e mine! Leggete Qui). Purtroppo l'unica cosa che manca alla radio sono le vallette!! Strano che non abbiano ancora pensato di sfruttare il potere dell'immaginazione con un coretto sexy...Il nome di questi angeli verrebbe quasi da se: può piacere Radioline?
Kale.

Registrare uno spot per "il caro estinto"!

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Essere o non essere questo è il problema!! Ma vi è mai capitato di avere come sponsor una ditta di onoranze funebri? Da giorni sto riflettendo come creare questo spot, personalmente in tanti anni di radio non mi era mai capitato di dovere affrontare un tale problema.Tra l'altro di questi tempi rinunciare ad un contratto pubblicitario è molto difficile.Ho pensato ad uno spot serio distatccato, con un intonazione non darmmatica ma incisiva, lo spot potrebbe iniziare così::"La vita è una ruota si nasce e si muore per questo le Onranze funebri.....sono al vostro servizio ecc.ecc.
Se avete delle idee, fatemi sapere, aspetto "le vostre ultime volontà" ai posteri l'ardua sentenza!! Ferro di cavallo, cornetti,gobbetti, coda di tasso chi più ne ha più ne metta.
Aiutatemi, sostenetemi in questo arduo impegno.
Ciao LucaTortuga

Prensentazioni: Lo zio, c'è!!!

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Oh...mi mancava un altro blog su cui scrivere...questo però è particolare. Si, come l'idea di riunirci tutti insieme, dandoci la possibilità di farci conoscere meglio tra noi e scambiarci i nostri pensieri e le nostre esperienze. Intanto buona domenica a tutti. Oggi fino alle 16 sono in onda in diretta su Dimensione Suono Roma, la radio per la quale lavoro...e mentre stavo cercando le notizie di cui parlare in queste 5 ore mi sono ricordato di RadioSpeaker.it

Quanto deve durare l'intervento di uno speaker?

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Le teorie riguardo la durata degli interventi degli speaker radiofonici sono molte.

Spesso si parte dal presupposto che la soglia di attenzione media" di un ascoltatore non supera i 60 secondi. Pertanto molte radio, specie le radio di flusso (ad es. RDS), prediligono interventi brevi: 60 secondi, massimo 1 minuto e mezzo.

Effettivamente ascoltare un monolgo di 5-6 minuti potrebbe diventare noioso, a meno che lo speaker non sia dotato di incredibili doti da intrattenitore e non sappia stupire l'ascoltatore più di una volta nel corso del proprio discorso.  Abilità piuttosto rare al giorno d'oggi, dovute anche al fatto che la gente non si stupisce più di niente.

Pertanto l'abilità di un conduttore radiofonico "medio" sta nel saper riassumere in 1 minuto l'argomento di cui vuole parlare. In quei 60 secondi dovrà ricordare il nome della radio, ricordare il suo nome, eventualmente trovare un link di collegamento tra il disco in onda e l'argomento di cui vuol parlare, e dare tutti gli elementi utili alla fruizione della notizia.( le 5 W: WHO - WHAT - WHY - WHEN - WHERE - leggi il post sulle 5 W).
Le lunghe durate dei talk radiofonici (che vanno dai 2 ai 6 minuti) si registrano di solito nelle conduzioni a 2 voci, in cui gli speaker interagiscono tra di loro e sviluppano con calma l'argomento e durante le interviste in diretta. A volte, durate lunghe sono previste in talk radiofonici in cui c'è un forte ausilio di effetti sonori, cambi di atmosfere sonore, inframezzi divertenti, cioè quando l'attenzione dell'ascoltatore viene stimolata nel corso dell'intervento con altri mezzi che accompagnano lo speaker nel suo discorso. Tu che ne pensi, quanto dovrebbe durare l'intervento di uno speaker radiofonico?

Tutti possono diventare speaker?

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In quest'era della velocità, del " tutto è possibile, basta solo qualche aggancio! ", sembra che ogni ambito della nostra esistenza si sia adeguato a questa politica, compreso il mondo del lavoro; se poi aggiungiamo la considerazione che certi lavori non sono considerati tali ( per tempo e fatica ) la domanda sorge spontanea:
Come diventare uno speaker radiofonico?

Viaggiando sulle frequenze e ascoltando i vari conduttori radiofonici, in noi umili usufruitori di radiosveglie e autostereo si fa sempre più strada il pensiero:" Anch'io posso farlo! Basta un po' di faccia tosta e conoscenze o compromessi! ".
Nessuna cura per la dizione, pochi argomenti interessanti, troppe pubblicità o trasmissioni in cui si leggono esclusivamente gli sms degli ascoltatori...

Cos'è quindi che divide la popolazione in: radioconduttori, provinanti e ascoltatori? Qual è l'elemento discriminante? L'ingrediente segreto? Non esistono più gli speaker appassionati e ribelli di tanti anni fa o è l'invidia che fa parlare chi "non ha voce in capitolo"? Sarà che ascoltiamo la radio in mezzo al traffico o alle sette di mattina e
non sappaimo cogliere il lato artistico di alcuni dei conduttori radiofonici?
Mi auguro sia così...

Kale

Scrivere sul Radiospeaker Blog

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Radiospeaker Blog è il nuovo punto d'incontro per gli speaker radiofonici italiani. Ogni iscritto al portale "Radiospeaker.it - il portale del conduttore radiofonico" è invitato a partecipare al blog. Basta anche solo un commento per arricchire il dibattito e contribuire alla crescita professionalie di tutti.


Perchè dovrei scrivere sul "Radiospeaker Blog"?
Scrivere sul Blog non dev'essere un obbligo ma un piacere per tutti.Immagina di incontrare un amico o un collega con cui fare quattro chiacchiere, ecco, il Blog di Radiospeaker.it ti da la possibilità di fare quattro chiacchiere con tanti amici e colleghi! Il Radiospeaker Blog è il salotto virtuale degli speaker radiofonici italiani dove ognuno è libero di esprimere pareri, raccontare la propria esperienza, chiedere un consiglio e parlare liberamente di RADIO!

Come posso scrivere sul Radiospeaker Blog?
Ogni speaker radiofonico iscritto a Radiospeaker.it è stato invitato a partecipare al blog tramite un invito personale via email, accettando questo invito si avrà l'accesso al blog come Autore e si avrà la possibilità di scrivere nuovi post inserendo, foto, video e link utili. Nel caso in cui non ti fosse arrivato l'invito via email e vuoi partecipare al Blog, basta farne richiesta attraverso la pagina contatti del sito radiospeaker.it. Provvederemo immediatamente a mandarti un invito personale via email.

Le 10 regole per scrivere un ottimo Blog
Consigliamo vivamente di leggere le 10 regole fondamentali per scrivere un Blog e un Post prima di cominciare a scrivere un post su Radiospeaker Blog. Clicca sui link qui sotto:
Le 10 regole per scrivere un ottimo Blog
Le 10 regole per scrivere un ottimo Post
Le regole servono per avere una "linea editoriale comune" all'interno del Blog.
Confidiamo nella vostra disponibilità e nella vostra passione per la Radio!
Buona lettura e BUONA SCRITTURA!

La Radio...come l'ho vissuta (R. Bagazzoli)

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La radio in Italia è stata un pò diversa dalla "Radio Pirata" Inglese, per una serie di fattori, innanzitutto quello temporlale, dobbiamo portare il tempo in dietro fino ai primi anni 60 e non da poco una legislazione "proibizionista" e soprattutto in molti casi repressiva. Non so' se vi è capitato di verede il film "I Love Radio Rock". Tra i filmati a "tema" di questo Blog,c'e' la serie dedicata alle radio Pirata e guarda caso tra le tante analogie, Caroline...avevo lo scafo rosso come la "radio Rock" del film di Richard Curtis
La radio è stato il naturale, forse, passaggio dalla passione per le automobiline a qualcosa da "grande", messe i mattoncini lego in due fustini "Dash" e le macchinine nel baule delle cose di quando ero piccolo, abitando in un piccolo paese mi ritrovai in un pomeriggio di piena estate era Agostoi del 1976, con dei ragazzi più grandi di me, in un circolo Arci all'ultimo piano di un palazzo antico, fui testimone dell'"innanlzamento" del primo palo in alluminio di 15 metri con tiranti in plastica per non schermare l'onda, con due dipoli di quelli ovali a cui è stato agganciato un trasmettitore da 35 watts di potenza, con compressore incorporato....(clicca su "continua a leggere" qui sotto).
La frequenza era 103.7, che dopo pochi giorni per le interferenze divento 98.4, nacque cosi' "Dimensione Radio". Il luogo Monte San Giusto (Macerata).
Subito tanta buona volontà, un palinsesto settimanale in onda dalle 10 alle 24 e poi niente musica non stop ma un fischio per non farsi rubare il canale. Lo studio era una mansarda, con i cartoni grigi delle uova, un tavolo in ferro con pianale in gomma piuma ricoperta, due piatti lenco L75s neri inseriti al banco, mixer a 5 canali senza il preascolto, disco comperati al "bar Moderno" che acquistava una doppia fornitura di 45 giri per il suo juke box (dichiarandone due) settimanale a 12 mila lire al mese.
Erano 45 giri con una hit per ogni lato, una linea telefonica e questo mezzo straordinario era in onda. Le prime telefonate oltre che dal paese arrivavano da distanze incredibili anche 100 km, era il 1976 e la banda FM era snobbata perfino dalla Rai che ignoro' questo fenomeno all'inizio. Le radio degli anni 70 nacquero spesso in ambienti "politici" e politicizzati, la sinistra fu quella a credere per prima al fenomeno ma a naufragare altrettanto velocemente negli anni a seguire.

A mia memoria ricordo Radio Alice di Bologna (in cui esordi Red Ronnie), le ancora attive Radio Popolare, Radio Città Futura, Radio Onda Rossa, anche la destra provò la strada delle radio private, nelle marche (terra da cui vengo) ce ne furono due Radio Mantakas, Mantakas Europa, Renzo Arbore nel dicembre del 1976 sul mensile "Quattroruote", intervistato come esperto del settore afferma:"In realtà i contenuti entro i quali si muovono questi giovani della radio Libere sono Banali, superati, provinciale, senza fantasia, tutti da rivedere. Oggi è assurdo fare una radio con il disco piu' dedica, disco piu' barzelletta, il disco piu' citazione"(citazione dal testo: LIBERE L'epopea delle radio italiane degli anni 70 di Stefano Dark).

Peccato che l'ente di stato ancora oggi non riesce a contenere la concorrenza dei networks, che sono nati dalle radio libere degli anni 70, quelle che trasmettevano con vecchi trasmettitori dismessi dall'esercito, quello con cui la leggendaria Radio Milano International iniziò a trasmettere, ne vidi uno dal vivo a Radio Sfera 103 di Macerata, a ripensarci i tecnici di quel periodo sono stati dei geni.


Poi le radio le ho viste crescere e sono cresciuto con loro e vivendo il passaggio da pirati "Nostrani" che poi pirati non siamo mai stati davvero, le radio venivano chiuse se interferivano con le comunicazioni della forza pubblica o delle torri di controllo degli aereoporti, ad aziende dove lo speaker ha perso un po' la sua "anima" ma non la sua voce e la sua sensibilità.

Terminologia Radiofonica: Cosa vuol dire "bucare"?

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Si dice "bucare la diretta", "bucare", "ho bucato" quando:
- Uno speaker non parla quando dovrebbe parlare, buca la diretta appunto e per qualche secondo la radio resta muta (in bianco) o viene trasmessa solo la base musicale su cui lo speaker avrebbe dovuto parlare
- Un evento sonoro (sigla, jingle, liner, canzone, speaker, ecc.) non viene trasmesso e la radio resta muta per qualche secondo. La colpa può essere del software di regia automatica o del tecnico di diretta, momentaneamente distratto....
in generale bucare la diretta è l'incubo di qualsiasi speaker, tecnico, station manager, editore radiofonico del mondo!Se vi è capitato di bucare, raccontare la vostra esperienza scrivendo un commento, potrebbe essere utile a tanti colleghi!

Gli elementi della radio: Jingle VS Liner

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Radiospeaker.it: è nato il primo portale dedicato ai conduttori radiofonici

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Questo è il blog del sito in cui verranno raccontati oltre a tutti i retroscena che riguardano il portale Radiospeaker.it, anche quei segreti e quei fondamenti per diventare un bravo conduttore radiofonico.
Cosa c'è di meglio di un blog per parlare della vita di uno speaker?
Siete tutti invitati a partecipare, anche se sono sicuro che molti di voi storceranno il naso all'idea di scrivere la propria esperienza. Ma suuuu! Non fate quella faccia!!
Considerate che Radiospeaker.it Blog e Radiospeaker.it potranno servire a tanti appassionati di radio e di conduzione radiofonica che avrebbero mille domande da fare e non sanno da dove partire!
Magari avessimo avuto anche noi questi mezzi all'epoca, quando iniziammo a fare radio! Chissà quanta fatica ci saremmo risparmiati! Avremo tempo per parlarne, ci sono ancora tante cose da fare, il sito deve essere rifinito, il blog deve ampliarsi, la gente deve fidelizzare...ed è necessario che tutti si diano da fare.
Partecipare alla vita del blog è importante, per chi ha fatto della radio il suo lavoro.
Iscriviti come lettore abituale, contattaci per collaborare e scrivere sul blog, lascia un commento. Aiutaci a crescere!
Grazie.