La Radio...come l'ho vissuta (R. Bagazzoli)

La radio in Italia è stata un pò diversa dalla "Radio Pirata" Inglese, per una serie di fattori, innanzitutto quello temporlale, dobbiamo portare il tempo in dietro fino ai primi anni 60 e non da poco una legislazione "proibizionista" e soprattutto in molti casi repressiva. Non so' se vi è capitato di verede il film "I Love Radio Rock". Tra i filmati a "tema" di questo Blog,c'e' la serie dedicata alle radio Pirata e guarda caso tra le tante analogie, Caroline...avevo lo scafo rosso come la "radio Rock" del film di Richard Curtis
La radio è stato il naturale, forse, passaggio dalla passione per le automobiline a qualcosa da "grande", messe i mattoncini lego in due fustini "Dash" e le macchinine nel baule delle cose di quando ero piccolo, abitando in un piccolo paese mi ritrovai in un pomeriggio di piena estate era Agostoi del 1976, con dei ragazzi più grandi di me, in un circolo Arci all'ultimo piano di un palazzo antico, fui testimone dell'"innanlzamento" del primo palo in alluminio di 15 metri con tiranti in plastica per non schermare l'onda, con due dipoli di quelli ovali a cui è stato agganciato un trasmettitore da 35 watts di potenza, con compressore incorporato....(clicca su "continua a leggere" qui sotto).
La frequenza era 103.7, che dopo pochi giorni per le interferenze divento 98.4, nacque cosi' "Dimensione Radio". Il luogo Monte San Giusto (Macerata).
Subito tanta buona volontà, un palinsesto settimanale in onda dalle 10 alle 24 e poi niente musica non stop ma un fischio per non farsi rubare il canale. Lo studio era una mansarda, con i cartoni grigi delle uova, un tavolo in ferro con pianale in gomma piuma ricoperta, due piatti lenco L75s neri inseriti al banco, mixer a 5 canali senza il preascolto, disco comperati al "bar Moderno" che acquistava una doppia fornitura di 45 giri per il suo juke box (dichiarandone due) settimanale a 12 mila lire al mese.
Erano 45 giri con una hit per ogni lato, una linea telefonica e questo mezzo straordinario era in onda. Le prime telefonate oltre che dal paese arrivavano da distanze incredibili anche 100 km, era il 1976 e la banda FM era snobbata perfino dalla Rai che ignoro' questo fenomeno all'inizio. Le radio degli anni 70 nacquero spesso in ambienti "politici" e politicizzati, la sinistra fu quella a credere per prima al fenomeno ma a naufragare altrettanto velocemente negli anni a seguire.

A mia memoria ricordo Radio Alice di Bologna (in cui esordi Red Ronnie), le ancora attive Radio Popolare, Radio Città Futura, Radio Onda Rossa, anche la destra provò la strada delle radio private, nelle marche (terra da cui vengo) ce ne furono due Radio Mantakas, Mantakas Europa, Renzo Arbore nel dicembre del 1976 sul mensile "Quattroruote", intervistato come esperto del settore afferma:"In realtà i contenuti entro i quali si muovono questi giovani della radio Libere sono Banali, superati, provinciale, senza fantasia, tutti da rivedere. Oggi è assurdo fare una radio con il disco piu' dedica, disco piu' barzelletta, il disco piu' citazione"(citazione dal testo: LIBERE L'epopea delle radio italiane degli anni 70 di Stefano Dark).

Peccato che l'ente di stato ancora oggi non riesce a contenere la concorrenza dei networks, che sono nati dalle radio libere degli anni 70, quelle che trasmettevano con vecchi trasmettitori dismessi dall'esercito, quello con cui la leggendaria Radio Milano International iniziò a trasmettere, ne vidi uno dal vivo a Radio Sfera 103 di Macerata, a ripensarci i tecnici di quel periodo sono stati dei geni.


Poi le radio le ho viste crescere e sono cresciuto con loro e vivendo il passaggio da pirati "Nostrani" che poi pirati non siamo mai stati davvero, le radio venivano chiuse se interferivano con le comunicazioni della forza pubblica o delle torri di controllo degli aereoporti, ad aziende dove lo speaker ha perso un po' la sua "anima" ma non la sua voce e la sua sensibilità.

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